domenica 4 maggio 2014

Tratta X.2 – … pratica, non solo conoscitiva…



[Dialogante 1]   Come sai, “Dal sapere al pensare” è stato per qualche tempo uno slogan del nostro Centro[1].
[Dialogante 2]   Nel ‘sapere’ abbiamo visto il momento conservatore, addirittura paralizzante dell’attività mentale (come se un’attività potesse essere paralizzante) certo esagerando polemicamente la funzione di ‘stoccaggio dell’informazione’ esercitata dal sapere nelle culture umane.
[Dialogante 1]   Il sapere ha però –e sai anche questo– molte altre funzioni indispensabili alla società, come la messa a disposizione, di tutti coloro che ne hanno bisogno, delle innumerevoli soluzioni trovate nei secoli dagli umani per risolvere i problemi della sopravvivenza.
[Dialogante 2]   Una funzione pratica, quindi, non solo conoscitiva. La conservazione per affrontare il futuro, non solo per celebrare il passato.
[Dialogante 1]   Ci è sembrato doveroso correggere in questo modo l’impressione di svalutazione del sapere, prodotto dallo scritto in questione…
[Dialogante 2]   … quando, almeno per l’ufficialità musicale, passiamo (io passo) per un reazionario inguaribile. Da quando tuttavia ho definitivamente abbandonato l’attività compositiva, la cosa ha cessato di riguardarmi e potrei anche concordare con quelli che la pensano così.
[Dialogante 1]   Tanto più che le stesse valutazioni in termini di avanguardia e retroguardia hanno perso molto del loro significato culturale e sarebbe ridicolo chi volesse giudicare una canzone di Sanremo con il metro delle Variazioni op. 31 di Schönberg o del Canto sospeso di Nono.
[Dialogante 2]   Un momento! Perché sarebbe ridicolo? Forse ci conviene aprire una parentesi.


[1]             Il Centro di ricerca e sperimentazione Metaculturale (CMC), cui si deve la prima pubblicazione del libro Dal sapere al pensare (2003) – Vedere Volume IV, Riflessioni sociopolitiche, delle Indagini metaculturali.

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