[Dialogante 1] Parlavamo
giorni fa con un ragazzo, del tutto ignaro di musica ‘classica’, ma
evidentemente esperto del mondo della canzone e della musica ‘leggera’ in
genere. Non era per nulla un cattivo ragionatore e sosteneva con buoni
argomenti che la distinzione tra ‘classico’ e ‘leggero’ non doveva entrare in
un discorso serio sula musica. Già molti anni fa Luciano Berio in una serie di
trasmissioni televisive aveva efficacemente contestato questa dicotomia: “C’è
musica e musica”. Ed effettivamente, perché istituire categorie che vorrebbero
essere qualitative, di eccellenza estetica, e non riescono neppure a esserlo di
genere: in che cosa un’odierna canzone dovrebbe essere di genere diverso di un Lied di Schubert?
[Dialogante 2] Sai
benissimo che quanto sto per dirti è metaculturalmente indifendibile. Sai anche
che nulla può essere difeso metaculturalmente, la difesa, come l’offesa,
avvenendo sempre su basi culturali. Quindi restiamo al livello culturale cui la
storia ci ha legato, ma dichiariamolo senza pretendere di uscirne. E allora non
è difficile dimostrare non solo l’estraneità reciproca di un Lied di Schubert e di una canzone odierna.
[Dialogante 1] E come
faresti?
[Dialogante 2] Calcolando
la quantità di informazioni trasmesse dall’uno e dall’altra.
[Dialogante 1] Ma è proprio
questa che viene calcolata diversamente dagli appassionati dell’una e
dell’altra categoria: per i primi ogni nota è stracolma di informazioni laddove
i secondo non percepiscono altro che: “Questa è musica classica, roba dei
nostri nonni”.
[Dialogante 2] Né potremmo
dargli torto. Dopo tutto l’anomali sta piuttosto in quelli tra di noi che
preferiscono ascoltare una musica di secoli fa anziché un prodotto dei giorni
nostri, carico di informazioni che ci riguardano direttamente.
[Dialogante 1] Del resto un
ascoltatore medio della Vienna di fine Settecento avrebbe detto lo stesso di
una Cantata di Bach o un
contemporaneo di quest’ultimo di un madrigal di Monteverdi.
[Dialogante 2] Ma noi
eravamo riusciti ad apprezzare Mozart, Bach, Monteverdi e perfino il Gregoriano…
[Dialogante 1] Noi chi?
Sempre e solo l’élite borghese, mentre
il resto della società si comportava come in precedenza, ascoltando la musica
del suo tempo.
[Dialogante 2] E questo
era il guadagno del nostro: che,
almeno per una parte di noi, la contemporaneità culturale si era ampliata di
più di un millennio…
[Dialogante 1] … escludendo
per gli uni meno di un secolo di ‘musica leggera’, per gli altri più di mille
anni di storia della musica.
[Dialogante 2] E che pensi
si debba fare per riequilibrare un poco la situazione?
[Dialogante 1] Rinunciare
per qualche tempo al mercato, aprire le orecchie all’inconsueto e la mente
all’inaudito.
[Dialogante 2] Pensi si
possa fare?
[Dialogante 1] No.
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