[Dialogante 2] Singolare
quest’organo che dall’impossibile crea il possibile!
[Dialogante 1] Forse meno
singolare di quanto sembra! Già la vita, attraverso la riproduzione, crea altra
vita, cosa che con la tecnologia non riusciamo a fare.
[Dialogante 2] Perfino per
fare una mosca occorre un’altra mosca, anzi ne occorrono due.
[Dialogante 1] Resta poi
sempre il problema di come è stata fatta la prima.
[Dialogante 2] Ci dicono
che non è mai stata fatta una prima mosca, ma che quelle che oggi vediamo
ronzarci intorno discendono da forme di vita non ancora mosche, ma sulla via
per diventarlo.
[Dialogante 1] Versione
buona per bambini piccoli: anche le nostre mosche sono sulla via per diventare
le mosche di domani, che a quelle di oggi potrebbero non somigliare per niente,
come l’irace non somiglia affatto all’elefante,
di cui pure è parente.
[Dialogante 2] Il concetto
di ‘primo’ è probabilmente un’invenzione di comodo, diffusa per ragioni di
praticità in tutte le culture, come poi gli altri numeri.
[Dialogante 1] Ma all’inizio
deve pur esserci stato, anche se indistinto, indegno
ancora di ricavare un numero d’ordine; chi, oltretutto, avrebbe dovuto darcelo?
[Dialogante 2] Perché dici
“deve pur esserci stato”? Lo stesso “esserci stato” non è che un’affermazione
culturale, importante a conferire a se stessa lo statuto ontologico dell’essere.
[Dialogante 1] Può darsi
che al di là di uno statuto ‘linguistico’ dell’essere non possiamo andare, così
come non possiamo farci crescere la proboscide o le ali.
[Dialogante 2] E chi ci
concederebbe o proibirebbe di fare la cosa che vorremmo? Non è per caso che
stiamo riproponendo l’idea di Dio?
[Dialogante 1] Non riusciamo
a dare consistenza all’idea di una mosca, come potremmo darla all’idea di Dio?
[Dialogante 2] Forse è più
facile dimostrare l’esistenza di Dio che quella di una mosca.
[Dialogante 1] Anche
perché, data una mosca è più facile risalire all’idea di Dio che, partendo da
questa, imbatterci proprio in una mosca.
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