[Dialoganti 1 e 2, a due] … Non
abbiamo particolare interesse per gli scritti autobiografici. Allora perché
abbiamo scritto “Il rifiutato”,
chiaramente autobiografico, anche se non riferito a noi?
[Dialogante 2, solo] … Anzitutto
perché non lo abbiamo scritto noi, ma solo reso in un italiano possibile un
testo pressoché incomprensibile consegnato da un giovane autore polacco perché
lo correggessimo.
[Dialogante 1, solo] Non è stato
un lavoro facile, perché ci siamo impegnati a non alterare il contenuto del
testo e, sin dove possibile, neppure il carattere espressivo.
[Dialogante 2] È stata
un’esperienza alquanto singolare e per la qualità dello scritto, e per
l’insolito contenuto. Si trattava infatti di ‘un uomo in corpo di donna’, come
si definiva l’autore stesso, e come tale rifiutato da tutti, a cominciare dalla
madre. Il rifiuto si estendeva poi alla società tutta, essendo lui un emigrato
irregolare non riconosciuto neppure dalla Chiesa, per la quale la sua
aspirazione a essere considerato di sesso maschile era considerata ‘contro
natura’.
[Dialogante 1] Siamo così
venuti a contatto con problemi psicologici di grande delicatezza e drammaticità
a un tempo, che mai avremmo pensato di incontrare. È stata per noi una notevole
esperienza che ha messo a dura prova le nostre capacità di condivisione.
[Dialogante 2] È vero
peraltro che alcuni anni prima ci eravamo cimentati senza alcuna preparazione
in un libro di sedicente psicologia, più che altro per mettere alla prova il
nostro cervello in un campo che non ci era congeniale.
[Dialogante 1] Il
ragionamento che ci ha spinto a questa follia era il seguente:
“Un cervello ce l’abbiamo tutti e la sua conformazione dovrebbe suppergiù essere la stessa per tutti, e così anche il funzionamento dovrebbe essere simile. L’argomento è il cervello stesso, di cui non possiamo che avere una buona competenza. Perché non dovremmo utilizzarlo per capire quale è questo funzionamento?”
“Un cervello ce l’abbiamo tutti e la sua conformazione dovrebbe suppergiù essere la stessa per tutti, e così anche il funzionamento dovrebbe essere simile. L’argomento è il cervello stesso, di cui non possiamo che avere una buona competenza. Perché non dovremmo utilizzarlo per capire quale è questo funzionamento?”
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