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Il lavoro che faccio
con Valentina, e che per molti aspetti credo sia analogo a quello che ognuno fa
nei primi mesi di vita, questo lavoro mi sta impegnando parecchie ore al
giorno, ma soprattutto di notte, quando, mio malgrado, sostituisce molte ore di
sonno. Valentina –credo che i lettori di questi postini già lo sappiano- mi
aiuta ad acquisire coscienza della mia corporeità, cui non ho mai dedicato
sufficiente attenzione, e che mi si sta per contro rivelando come la matrice
del pensiero, nel senso che i concetti, non necessariamente logici, di cui mi
servo per controllare i pensieri della mente, sono per così dire, prefigurati
dalle sequenza cinetiche che abitualmente compio per controllare i movimenti
del corpo. Non credo si tratti di una scoperta ‘scientifica’, ma a livello
individuale lo è. Mi sembra che per esempio Piaget abbia fondato la sua
pedagogia su osservazioni del genere, che ora ritrovo nel cosiddetto metodo Feldenkrais praticatomi da
Valentina. In una parola: l’interazione corpo-mente, che quasi ne unifica la
dualità, come predicato da molte filosofie orientali. Non si tratta solo di
acquisire la consapevolezza mentale, ma di acquisirla nel corpo e attraverso
di lui.
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