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Da qualche tempo sono
venuto fortuitamente a contatto con un me stesso di più di mezzo secolo fa. Un
giovane, Dario Peluso, valente –come ho potuto constatare– studioso di Thomas
Mann mi è stato indirizzato dai suoi docenti di teoria
della letteratura per un
mio articolo del 1958: Musica e morale nell’opera di Thomas Mann (credo che il titolo fosse questo). L’articolo
l’avevo a suo tempo tratto dalla mia tesi di laurea, discussa l’anno prima
all’università di Roma. Nei decenni seguenti persi ogni traccia sia
dell’articolo che della tesi. Una ventina di anni or sono, un operatore, oggi
presidente, del Centro Metaculturale, trovò su uno scaffale della facoltà di lettere una copia
della tesi, che ritenevo perduta. Pochi anni dopo anche quell’unica copia
scomparve, questa volta definitivamente… fino a due giorni fa, quando vedo sul
mio Blog, curato dall’amico Fernando
Sanchez (io non mi intendo né di Blog né di computer), l’articolo in questione,
cioè il capitolo centrale della tesi. Mi è venuta allora l’idea di chiudere
questo che sarà probabilmente il mio ultimo scritto con un richiamo al primo,
che oltretutto è dedicato all’Autore mio compagno di lettura di una vita
intera.
Nota della Redazione: la tesi di Boris è stata ricuperata negli archivi del prof. Bonaventura Tecchi, relatore della medesima. Intendiamo pubblicarla nel 2013.
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