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Talvolta si vedono
gli animali compiere sequenze di azioni, che giudicheremmo frutto di
ragionamento logico, seguite da altri comportamenti apparentemente illogici,
almeno secondo la logica umana corrente.
Forse ciò che
chiamiamo ‘logica’ e consideriamo un insieme coerente di itinerari mentali non
è affatto coerente, ma semplicemente più probabile di altri per il pensiero umano, ed è una
forzatura umana conferirgli una sorta di necessità –‘logica’ appunto- che per
l’animale non esiste. In altre parole noi assegniamo alla logica uno statuto
‘metalogico’ che non le compete…..
Sto qui usando il
prefisso ‘meta–’ nel senso opposto che in ‘metaculturale’. In metalogico intendo ‘meta–’ come ‘al di là di–’,
in metaculturale come ‘appartenente a–’
con in più la consapevolezza di questa appartenenza. È come se in metalogico definissimo un piano di
osservazione esterno alla logica, in metaculturale
un duplice piano, interno alla cultura, ma allo stesso tempo capace di
riflettere. È questo duplice piano ciò che maggiormente ci distingue dagli
altri animali.
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