[494]
Il funzionamento del
cervello tutto è meno che lineare. È la linearità del linguaggio verbale che ce
lo fa apparire tale quando proviamo a descriverlo. Adottando il modello
dell’attività visiva, immagino che si disponga per così dire su più piani: come
comprendiamo con un solo sguardo non solo gli oggetti a distanza focale, ma
anche, seppure indistinti, quelli posti su vari piani vicini e lontani, così la
mente, nel concentrarsi sul pensiero che momentaneamente la occupa, non
abbandona l’universo delle esperienze inscritte nella sua memoria, dal quale
trasceglie quelle da utilizzare come sfondo del pensiero presente. Nel caso
della mente il processo è certamente assai più complesso, perché, laddove lo
sfondo di un’immagine visiva è dato, quello di un pensiero è costruito. Ma da
chi? È come se le menti fossero almeno due: l’una per immagazzinare i dati con
cui costruire gli sfondi, l’altra per costruirli effettivamente, forse una
terza per accogliere – o formulare i pensieri cui quei dati fanno da sfondo…
Il paragone col
computer è insufficiente perché dietro al computer c’è una mente che lo manovra
e dietro questa una società che la condiziona. Che il funzionamento del
cervello sia questione politica?
Nessun commento:
Posta un commento