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Quel che mi stupisce, per
non dire che mi spaventa, è l’indifferenza di gran parte del mondo giovanile di
fronte a questa condanna punitiva inflittagli da chi a quel mondo non
appartiene più da un pezzo. E non mi riferisco tanto a coloro che occupano con
pervicacia posizioni di privilegio nelle società, quanto a quelli che sono già
in fila per occuparle non appena verranno lasciate libere. È la società che affonderà
se stessa senza aver neppure tentato un cambiamento di rotta. Altre rivoluzioni
che ci hanno preceduto hanno cercato il rinnovamento a costo di compiere un
salto nel buio. Certo, sono fallite, risparmiando però a noi di ripetere gli
stessi errori.
La crisi odierna è forse
peggiore delle precedenti, ma non sembra essere in grado di produrre ipotesi di
uscita che non riproducano stancamente modelli del passato sia di destra che di
sinistra.
L’inventiva messa in campo
dalle forze politiche di allora, non è oggi che un debole ricordo. Così come
sono solo un ricordo le mobilitazioni giovanili di quegli anni e l’entusiasmo
con cui ci si buttava in avventure dall’esito quanto meno incerto, le rinunce
che si affrontavano pur di non restare ‘al palo’…
[Si raccomanda di riflettere
su questo postino congiuntamente al seguente]
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