sabato 6 ottobre 2012

Debole, non paralizzato


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Senza escludere, se necessaria, un’interpretazione disciplinare della politica, riservata a certe professionalità, non nascondo la mia preferenza per la visione orizzontale, inter– o transdisciplinare della stessa. Questo per la mia incompetenza specifica, comune però a molte altre persone che non per questo declinano ogni responsabilità e neppure rinunciano al diritto di pronunciarsi in materia. Oggi solo in pochi casi i principali avvenimenti politici mondiali vengono discussi nelle scuole e, quando lo sono è quasi sempre in un’ottica di parte, ideologica. È come se il concetto di politica non potesse che essere partigiano. Forse, se sapesse liberarsi di questa ipoteca, il dialogo politico sarebbe più produttivo. Altri dicono che, senza una netta distinzione ideologica, senza chiari ‘valori’ in cui credere e da difendere, il pensiero resterebbe debole e come paralizzato. Quanto al primo aggettivo, sono d’accordo, a patto di intendere ‘debole’ come relativistico, non dogmatico; quanto alla quasi identificazione di ‘debole’ con ‘paralizzato, mi appare decisamente fuori luogo, perché a essere paralizzato vedrei piuttosto il pensiero dogmatico, ancorato a ‘valori non negoziabili’.

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