Non è tanto una valutazione
e tanto meno una gerarchizzazione dei modelli cui penso si dovrebbe tendere,
quanto una loro caratterizzazione il più possibile oggettiva. Sappiamo tuttavia
benissimo che il criterio dell’oggettività è sostenibile solo in relazione a un
modello di riferimento. Dove trovare un tale modello in assenza di un’ideologia
di una religione che ne si faccia garante?
La risposta democratica è:
nel consenso.
E dove trovare un termine,
una proposizione che ottenga un numero sufficiente di consensi anche fuori dai
comandamenti ideologici e religiosi?
Quasi tutti ci teniamo, se
non singolarmente, almeno a livello di gruppo, a sopravvivere in una forma o
nell’altra. Diamo quindi –arbitrariamente e in mancanza di meglio– statuto
ideologico di ‘valore assoluto’ alla sopravvivenza, comunque intesa, e misuriamo le nostre azioni, le nostre parole su questo
valore: quanto più parole a atti gioveranno alla nostra (di tutti)
sopravvivenza, tanto più alto il ‘valore’ che gli riconosceremo. Non siamo però
neanche a metà strada del percorso che ci siamo prefissi (si vedano i postini
seguenti).
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