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Quel che mi stupisce è la
maturità con cui i giovani di oggi affrontano una crisi che si presenta come la
più grave del mondo moderno anche per le dimensioni che ha assunto fin
dall’inizio con il crollo dell’Unione Sovietica, il conflitto medio orientale,
l’avanzata tumultuosa delle economie asiatiche sui mercati internazionali. Se
delle iniziative si sono avute –e se ne sono avute in quantità, anche in campo
politico– non è stata l’area europea a produrle, e neppure quella
nord-americana, nonostante i generosi sforzi di Obama. La gioventù europea
sembra aver messo la testa a posto per non buttarsi in nuove avventure che, con
i mezzi offensivi e difensivi di cui oggi l’umanità dispone, ci porterebbero
molto probabilmente a una catastrofe senza scampo. È questa la ragione per cui
ho parlato, poche righe più su, della maturità della gioventù odierna. Una
maturità, a dire il vero, un poco malinconica e rinunciataria perché ha deposto
inventiva e coraggio, e che invece, unita ad essi e soprattutto all’impeto dei
paesi emergenti, potrebbe creare per il nostro pianeta e per i suoi abitanti le
condizioni per un’equilibrata coesistenza.
[Meglio leggere anche il
prossimo postino]
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