martedì 11 settembre 2012

Stoltezza


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Non è la prima volta che questi postini si occupano di politica. Dico ‘si occupano’ e non ‘trattano’, perché il loro autore non ritiene di aver una competenza sufficiente a trattare un argomento di tale vastità e importanza. Viceversa ‘occuparsene’ credo che rientri tra le prerogative se non tra i doveri di qualunque cittadino per il solo fatto di essere partecipe di una comunità. Ma come viene interpretata tale partecipazione? Da quel che si vede pressoché ovunque, il cittadino ha certamente un insieme di diritti, che lui riconosce e sa anche come far valere, e qualche dovere, cui peraltro deve essere richiamato perché ne ha una percezione solo confusa. È molto ‘umano’ quindi, anche se poco ‘naturale’, che, poste di fronte alla scelta tra la promessa di un vantaggio immediato o la possibilità di un qualche miglioramento futuro, le persone scelgano la prima senza neppure sincerarsi dell’attuabilità della promessa. E così si spiega il perdurante successo dell’attuale politica italiana, chiaramente fallimentare, ma continuamente rinvigorita da pensieri e promesse di successi imminenti. Ho chiamato ‘umana’ la scelta del benessere immediato, anche se solo promesso. Avrei dovuto chiamarla ‘stolta’: la stoltezza è qualità tipicamente umana; la natura non la conosce se non nell’uomo.

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