giovedì 20 settembre 2012

Intermezzo (tre postini futili) – Una cura consigliata


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Estate 1990. Eravamo in visita, Thomas tredicenne ed io, dai miei cugini vicino Düsseldorf, quando, pochi giorni prima della data di rientro, vengo colto da una lombalgia che mi impedisce qualsiasi movimento implicante un cambiamento di posizione della schiena. A nulla valgono gocce e pastiglie, lana e panni caldi, a nulla le iniezioni fatte al pronto soccorso: avrei dovuto guidare in quelle condizioni fino a Cantalupo (circa 1300 km).
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Eccomi infatti, piegato - con qualche aiuto esterno- sul volante, in viaggio verso Roma. Finché non devo raddrizzarmi le cose vanno abbastanza bene. Raggiunto il Gottardo, dico a Thomas: “E se, anziché il traforo, facessimo il passo? A 2000 metri ci dovrebbe essere il Carabus silvestris!”. Detto fatto: siamo saliti al passo, dove spirava un vento gelido, fastidioso. Sono riuscito a scendere, non so come, dalla macchina e, sempre chinato, mi sono messo a sollevare grossi sassi. Avevo indosso una camicia estiva, un po’ corta, che mi lasciava a nudo una buona parte della schiena. Trovammo effettivamente un certo numero di Carabus silvestris in una piccola conca, ancora innevata. Dopo una buona mezz’oretta siamo rimontati in macchina. Abbiamo pernottato a Bellinzona. Della lombaggine avevo perso perfino il ricordo.

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