lunedì 10 settembre 2012

L'atto di scegliere


Una delle immagini del progetto di autoritratti "Maiala che sono" di Miru Kim
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Qualcuno ha osservato che nei testi sull'Ipotesi Metaculturale (IMC) e soprattutto nei miei non compare mai il sostantivo ‘metacultura’. Ne ho già spiegato la ragione molti anni fa, ma non credo inutile ritornarvi su, visto che il termine si trova spesso in altri scritti, anche di operatori del Centro Metaculturale. Premesso che non vi è alcun diritto prioritario e che ciascuno è libero di usare il termine e i suoi derivati oggettivali o avverbiali suo piacimento, ripeto qui che, pur essendo IMC un’ipotesi culturale come qualsiasi altra, ho inteso differenziarla formalmente, o meglio ‘lessicalmente’, evitando per lei la forma sostantivale e riservandole gli ‘addolcimenti’ offerti dalle forme aggettivali.
Questo perché il sostantivo ‘metacultura’ richiama un oggetto che gli corrisponda, e un tale oggetto non potrebbe che essere culturale per la stessa IMC. Non era però mia intenzione arricchire il già affollato UCL di un nuovo oggetto, mi sono riproposto –e credo di esser rimasto fedele al proposito– di far uso del termine solo nella sue forme ‘deboli’, che meno danno l’idea che esista realmente qualcosa come la ‘metacultura’. Capisco che una semplice forma grammaticale non dice nulla sull’oggetto significato, ma l’atto di scegliere l’una o l’altra forse sì.

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