venerdì 14 dicembre 2012

Una garanzia indiscutibile


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La sovrabbondanza di una cosa ci rende insensibili ad essa. Nello stesso tempo però ce la rende indispensabile. Viviamo in un mondo virtuale di immagini di cui non possiamo fare a meno, ma che ottundono in noi il senso della realtà, al punto che ci è più facile dubitare di questa che dell’immagine. 
“L’ho visto alla TV”: una garanzia indiscutibile, anche perché nessuno oserebbe discuterla. La scuola non ci ha abituato a farlo così come non ci ha abituato a indagare sulle verità che essa trasmette e neppure sul concetto stesso di verità. Nelle classi superiori permette forse che qualche dubbio si insinui, ma quando ormai è tardi e la mente ha introiettato l’assolutezza di quel concetto e finisce per fare anche del dubbio un dogma paralizzante qualsiasi iniziativa umana. L’azione più devastante del relativismo ‘assoluto’ è proprio questa: l’essersi identificato con l’ASSOLUTO tout-court, svuotando di senso ogni proposizione e riducendo a insulso gossip ogni tentativo di comunicazione tra umani. Non so se e quanto IMC sia in grado di aggirare questo ostacolo, so solo che ci sta provando: il risultato dipende esclusivamente dall’assenso che il pensiero collettivo vorrà concederle.

2 commenti:

Monica ha detto...

La scuola è fatta dalle persone, e le persone sono pecore. Gli stessi professori che pretendono rispetto mentre spiegano con tono cantilenante una lezione che neanche loro hanno mai capito, si rifugiano poi la sera in divano a guardarsi Uomini e Donne, C'è posta per te e similia. Cosa ci si può aspettare da persone simili? Cosa si può pretendere da una scuola fatta di insegnanti che valgono quanto il loro stesso inutile punteggio alle graduatorie nazionali, di professori che aspettano fine mese per lo stipendio sperando che l'ora di lezione passi presto? Se vogliamo una scuola di qualità, dobbiamo iniziare a inserirvi persone di qualità.
P.S. non mi permetto di parlare per tutti i professori, è ovvio. Fortunatamente ce ne sono di ottimi

la piccola ha detto...

Sono stata insegnante diverso tempo. La peggiore esperienza mi capito' in un istituto superiore romano, dove tenevo un corso su l' utilizzo della musica nella fascia prescolare, per operatori dei servizi sociali. Avevo creato una sinergia fra le mie classi liceali e i bambini di un asilo che si trovava nello stesso edificio. La collaborazione era appoggiata positivamente dalle maestre dell' asilo e non avevamo problemi, neppure logistici. Questo fatto era inaccettabile per i miei colleghi del liceo, qualche problema doveva esserci, da qualche parte...bisognava scovarlo. Cerva che ti ricerca, non trovarono nulla. Il risultato fu che mi negarono l' accesso all' uso dello strumentario off, facendo sparire le chiavi dell' armadietto nei giorni in cui ero presente. A forza di vedere Spot dove la comunicazione fra individui e' pessima perche' unidirezionale, a senso unico, ai miei colleghi sembrava impossibile una così serena collaborazione e dunque bisognava distruggerla, essendo aliena! Saluti.