martedì 18 dicembre 2012

Competizione o collaborazione?


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Se questa domanda mi fosse stata posta fino a ieri, la mia risposta sarebbe stata senza esitazione: collaborazione. Oggi la risposta resta la stessa con in più un’esitazione. Dovuta a che?

Da un lato c’è l’autorità di Darwin che, anche a voler disconoscere il principio di autorità, un certo peso ce l’ha, e non indifferente. C’è poi il peso della società industrializzata; quasi unanime nella sua scelta per la competizione. E, ancora, l’ideologia del ‘progresso’, del ‘sempre di più’, della ‘crescita illimitata’, l’istinto –se vogliamo chiamarlo così- del dominio, della sopraffazione.

Dall’altro lato c’è poco più che l’ideologia della fratellanza universale con sporadiche emergenze di vantaggi locali; vien fatto di pensare a un’associazione di beneficienza. Ma allora perché esito ancora ad allinearmi decisamente con i fautori della competizione?

Proprio perché riconosco le ragioni vincenti della competizione e ne temo le conseguenze su di un pianeta piccolo come il nostro e una specie aggressiva come la nostra.

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