giovedì 14 ottobre 2010

SÌ al confronto pacifico

Un dubbio. L’espressione ‘confronto pacifico’ ha un senso o non è altro che una contraddizione in termini rivestita d’ipocrisia?

Due ippopotami confrontano la loro apertura boccale e sarà questa a decidere se il confronto si risolverà a favore dell’uno o dell’altro. Il confronto è stato pacifico?

Più che pacifico direi che è stato ‘sostitutivo’. Ha sostituito cioè un confronto aggressivo con uno simbolico. Niente di pacifico, il ‘senso’ dell’aggressione resta; l’intelligenza istintiva ha evitato lo spargimento inutile di sangue. Un comportamento del genere è frequente tra i mammiferi. Tra gli insetti ha portato addirittura a differenziare, nell’ambito di una stessa specie, gruppi più o meno omogenei di individui, quasi sottospecie, accomunati da certe caratteristiche che ne favoriscono per esempio l’accoppiamento (cervi volanti). In questi casi è l’evoluzione stessa ad aver risolto il problema evitando gli scontri persi in partenza.

Talora anche gli uomini ricorrono a modalità sostitutive o a deterrenti per non arrivare allo scontro diretto. Parleremo allora di confronto pacifico o non piuttosto di ‘confronto (prudentemente) evitato’?

Quando diremo che un confronto è pacifico? Distinguerei ulteriormente tra confronto pacifico e confronto svolto pacificamente. Ad ambedue riconoscerei il diritto al , con maggior convinzione peraltro per il secondo tipo.

Posto che un confronto possa essere pacifico, la forza attributiva del verbo essere (x è un y) definisce già di per sé una categoria di confronti pacifici che non potrebbero non esserlo. Esempio: il confronto tra due oggetti solo per distinguerne la lunghezza (o il peso o l’odore). In casi del genere il riguarda nient’altro che una costatazione o una misurazione e non vedrei neppure, salvo un’eventuale lesa privacy, la necessità di rafforzare l’operazione con un ideologico.

Nel caso invece di un confronto –per esempio sportivo– in cui il risultato dipende, sì, da una constatazione o misurazione, ma non coincide con essa, la qualificazione di pacifico è essenziale per riconnettere una pratica sociale –uno sport– all’ideologia della pace.

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