562 (19)
Ho appena
pronunciato una bestemmia alle orecchie e non solo dei benpensanti ma anche di
coloro che non possono permettersi il lusso di esserlo, e con questi mi scuso,
disposto a rinnegare quanto appena detto, se la crisi continuerà ad accanirsi
contro di loro. Ma, siccome, nonostante tutto ho ancora fiducia nella mente
umana e nella sua capacità di lottare per la sopravvivenza, mi sono lasciato
andare all’eccesso del postino n. 561, sicuro che l’eventuale lettore ne
coglierà la funzione di stimolo per intensificare un’azione, per ora appena
accennata o forse solo immaginata da un ottantaquattrenne utopista.
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Chiudo qui
quest’altro ciclo di 19 postini, stanco per un verso di un lavoro di cui mi
sento sempre meno capace, ma di cui mi illudo che ci sia ancora bisogno, anche
se non in questa forma, debolmente letteraria, bensì con ben più energica
determinazione fattiva e anche espressiva. Purtroppo però non trovo più l’alveo
politico entro cui alloggiarla.
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