mercoledì 1 maggio 2013

Qualche riflessione propedeutica a una mutazione culturale (iv)


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Negli anni di gestazione di IMC ricordo che ero molto occupato nella ricerca di quelli che chiamavo criteri logici –o gestaltici– elementari. Non che mi illudessi di trovarli come si trova un oggetto raro o perduto: non ho mai creduto in una loro esistenza oggettiva; mi interessava soprattutto la loro costruzione mentale, il modo cioè come la mente o, se si vuole, il cervello se li costruisce a proprio uso e consumo. Non essendo io uno psicologo e non avendo sufficienti conoscenze neurologiche e psichiatriche, mi sono ben presto arrestato in questa ricerca, tanto più che di criteri logici elementari ne vedevo spuntare ogni giorno di nuovi. Ne ho mantenuto quindi un certo numero di più immediata utilità – identità, opposizione (differenza), somiglianza…, anche riserbandomi di costruirne degli altri ad hoc. Al loro posto mi sono affidato piuttosto al concetto di Universo Metaculturale e con questo termine intendendo uno spazio potenzialmente comune a tutte le culture. Come si è visto poi nel tempo, tale concetto è risultato poi di buona rilevanza per la convivenza umana. Le indispensabili specificità locali vengono indicate con UCL (Universi Culturali Locali) e corrispondono al comune concetto di ‘cultura’, di cui mettono peraltro in rilievo da un lato l’universalità (la validità cioè per ogni punto di quell’universo), dall’altro la ‘località’ (la validità cioè soltanto nell’ambito di questo). L’utilità politica di questo strumento analitico consiste nell’assegnare a ogni nostra proposizione, quale che sia il linguaggio che l’esprime, un ambito esclusivo di validità, fuori dal quale ogni giudizio resta sospeso fin quando non si sia verificata l’appartenenza a quell’ambito. L’appartenenza di una proposizione a un determinato UCL non implica alcun giudizio di valore così come l’appartenenza di una parola alla lingua kikongo o tshiluba piuttosto che all’inglese non ne pregiudica la validità espressiva. Tutt’al più si potrà discutere della sua diffusione nel mondo.

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