mercoledì 29 agosto 2012

Molti punti di contatto



Una 'parruca di acqua' fotografata da Tim Tadder
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Perché ho ripreso nei postini scorsi cose già dette nei passati decenni, e con molta maggiore nettezza?
Certo non involontariamente o per caso. Era nel mio proposito ripeterle, perché?
Le ragioni sono molteplici.
-        anzitutto per far conoscere ai giovani di oggi ciò che alcuni di noi hanno pensato ieri e probabilmente non è giunto fino a loro. Valeva la pena di farlo? Credo di sì, se non altro perché, da quello che sento, il pensiero giovanile odierno ha molti punti di contatto con quello nostro di allora (e di oggi). Anzi, se le cose stanno così, raccomanderei di risalire per così dire alle fonti – tutte incluse nei volumi delle Indagini metaculturali, in particolare del terzo. Data la scarsissima divulgazione del materiale primo, è anche difficile che questa replica abbia miglior destino seppure i mezzi a nostra disposizione sono attualmente molto più potenti, a cominciare da internet. Ma l’attivazione di questo ha bisogno di un forte innesco che non è nelle nostre possibilità produrre. Comunque penso che il tentativo andava fatto.
-        Una seconda ragione la trovo in me stesso. Non mi basta (a parte il fatto che mi diverte poco) rileggere cose del passato, anche recente, ho bisogno di ripensarle, sia pure in forma succinta. L’idea di fondo rimane quella, ma alcuni elementi di contorno cambiano e con essi cambia per così dire l’ambiente che la ospita. Posso così aggiornare in alcuni punti il testo originale, ma soprattutto ho modo di testare la validità dell’insieme, provvedendo alle riformulazioni che si dovessero rendere necessarie.
-        L’abitudine a ripensare il già molte volte pensato, oltre a sincerarmi sulla resistenza di questo all’usura del tempo (il tempo è la sostanza più corrosiva che si conosca, almeno per le idee), mi rassicura sul mio stesso stato di mente. Talvolta mi capita di non trovarmi più d’accordo con il me di qualche anno prima, ma questo non mi preoccupa granché. Più mi fa dubitare una totale concordanza, quasi non fossi più in grado di seguire il mondo nei suoi cambiamenti. Qualche ritardo è comprensibile alla mia età –e di ritardi ne percepisco moltissimi, soprattutto nella comprensione e accettazione nel campo delle tecnologie– ma oltre un certo limite è bene che cominci a preoccuparmi. Tuttavia mi sembra di capire che imc e dintorni godano ancora di buona salute. Quanto alla mia, di salute, sono abbastanza soddisfatto di quella mentale, assai meno di quella fisica. Mi stessi sbagliando sulla prima?

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