Perché ho ripreso nei postini
scorsi cose già dette nei passati decenni, e con molta maggiore nettezza?
Certo non involontariamente o per
caso. Era nel mio proposito ripeterle, perché?
Le ragioni sono molteplici.
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anzitutto per far conoscere ai giovani di oggi ciò
che alcuni di noi hanno pensato ieri e probabilmente non è giunto fino a loro.
Valeva la pena di farlo? Credo di sì, se non altro perché, da quello che sento,
il pensiero giovanile odierno ha molti punti di contatto con quello nostro di
allora (e di oggi). Anzi, se le cose stanno così, raccomanderei di risalire per
così dire alle fonti – tutte incluse nei volumi delle Indagini metaculturali, in particolare del terzo. Data la scarsissima divulgazione
del materiale primo, è anche difficile che questa replica abbia miglior destino
seppure i mezzi a nostra disposizione sono attualmente molto più potenti, a
cominciare da internet. Ma l’attivazione di questo ha bisogno di un forte
innesco che non è nelle nostre possibilità produrre. Comunque penso che il
tentativo andava fatto.
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Una
seconda ragione la trovo in me stesso. Non mi basta (a parte il fatto che mi
diverte poco) rileggere cose del passato, anche recente, ho bisogno di
ripensarle, sia pure in forma succinta. L’idea di fondo rimane quella, ma
alcuni elementi di contorno cambiano e con essi cambia per così dire l’ambiente
che la ospita. Posso così aggiornare in alcuni punti il testo originale, ma
soprattutto ho modo di testare la validità dell’insieme, provvedendo alle
riformulazioni che si dovessero rendere necessarie.
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L’abitudine
a ripensare il già molte volte pensato, oltre a sincerarmi sulla resistenza di
questo all’usura del tempo (il tempo è la sostanza più corrosiva che si
conosca, almeno per le idee), mi rassicura sul mio stesso stato di mente.
Talvolta mi capita di non trovarmi più d’accordo con il me di qualche anno
prima, ma questo non mi preoccupa granché. Più mi fa dubitare una totale
concordanza, quasi non fossi più in grado di seguire il mondo nei suoi
cambiamenti. Qualche ritardo è comprensibile alla mia età –e di ritardi ne
percepisco moltissimi, soprattutto nella comprensione e accettazione nel campo
delle tecnologie– ma oltre un certo limite è bene che cominci a preoccuparmi.
Tuttavia mi sembra di capire che imc e dintorni godano ancora di buona salute.
Quanto alla mia, di salute, sono abbastanza soddisfatto di quella mentale,
assai meno di quella fisica. Mi stessi sbagliando sulla prima?
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