Un opera di Boris Hoppek...
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Il ‘sogno
americano’ aveva le sue ragioni. Che stavano sopratutto in ciò che si
lasciava, una società ingiusta e violenta, sempre disposta a scaricare ogni
suo problema su i più deboli, una società parassitaria nella quale chi meno
aveva più pagava e chi non aveva nulla era costretto a vendere se stesso, la
sua ‘forza lavoro’ solo per conservare il suo diritto alla vita, e talvolta
neppure per questo. Di positivo il ‘sogno americano’ ci metteva la speranza
che si potesse fare diversamente. Oggi qualcosa di molto simile accade con
immigranti extracomunitari. Gli americani, giustamente ne ammiriamo sia il sogno
che la realizzazione; gli attuali extracomunitari li consideriamo assai meno…
Perché un conto sono gli europei americanizzati per
propria iniziativa, un altro dei ‘non europei’ cui concediamo di
europeizzarsi, bontà nostra. Siamo sempre noi a dare come a togliere. Mi
sembra poco probabile che questo rapporto fortemente squilibrato sia
destinato a durare a lungo. Già da troppo tempo ci siamo creduti padroni del
pianeta. Ora tocca a qualcun altro e questo altro dovrebbe essere il pianeta
stesso e noi i suoi amministratori locali.
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