giovedì 29 settembre 2011

Forse faremmo bene a studiare meglio ...


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Non posso che chiedere scusa all’eventuale visitatore o lettore delle banalità che sto per proporgli, banalità non in sé, ma per le innumerevoli volte che gli sarà capitato di sentirle. Spesso infatti le ripetizioni eccessive svalutano fino all’insignificanza le cose dette. Ne dovrebbero sapere qualcosa le religioni e forse anche le culture. Qualche volta però da una ripetizione non passiva, ma criticamente riflessa può nascere un modo non convenzionale di vedere un’ovvietà.

Tutti conosciamo il paradosso di Achille e la tartaruga con cui gli Eleati e in particolare Zenone attaccarono fino a vanificare l’idea della continuità spaziale e temporale. Solo millenni più tardi la teoria dei quanti ebbe ragione dei famosi paradossi, che tuttavia si ripropongono a ogni nuova generazione. Eccoli per esempio in una veste rinnovata.

Il tempo non esiste: infatti, se esistesse, non potrebbe consistere che di passato, futuro o presente. Ma il passato non è più, il futuro non è ancora e il presente ha durata nulla, e la somma di tre quantità nulle non può dare qualcosa. Analogamente lo spazio, o è fuori dal tempo –nel qual caso, essendo noi nel tempo, non possiamo conoscerlo– o è nel tempo, che lo inghiottirebbe nella sua nullità.

È piuttosto facile, disponendo di concetti come lo zero (il nulla) e l’infinito creare paradossi del tipo ‘Zenone’, come più tardi, in ambito logico, variare all’infinito il paradosso del cretese bugiardo, spingendolo fino alle estreme conseguenze illustrate da Gödel. Ma tutte queste considerazioni poggiano su presupposti che restano inanalizzati o, se lo sono, non possono che esserlo attraverso lo strumento del pensiero. E chi ci assicura che questo strumento conduce a una qualche ‘verità’? e, andando oltre, che una verità esista e sia raggiungibile dalla mente?

Tutte questioni inessenziali alla vita, come gli altri animali ci dimostrano, che vivono come noi, senza porsele. Ma credo che l’evoluzione abbia sviluppato nell’uomo questa capacità riflessiva in conseguenza di uno stimolo inessenziale alla sua sopravvivenza. Forse faremmo bene a studiare meglio le connessioni tra mente e vita anziché perderci dietro speculazioni logiche, fantasmi religiosi e speculazioni filosofiche, che difficilmente ci potranno aiutare a risolvere i problemi vitali che le nostre stesse menti spesso pospongono a quelli per cui si sono evolute.

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