venerdì 9 settembre 2011

De viris illustribus

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Figlio di madre mongola (nativa dei dintorni di Ulan Bator) e di padre basco (Donostia), i genitori si erano conosciuti nell’ambasciata francese di Oslo, dove erano entrambi addetti alle cucine. Non avevano mai sentito il bisogno di comunicare tra loro a parole, essendo sufficiente la comunicazione sessuale, cui erano dediti con entusiasmo. Così il piccolo crebbe non parlante, non sapendosi decidere per nessuna delle lingue con cui conviveva. La lingua che preferiva, pur non convivendoci, era una variante fonetica del mandarino antico, variante nella quale concepì e scrisse il ben noto capolavoro che gli valse sia il Nobel che il Pulitzer nel 2032.

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