mercoledì 7 settembre 2011

Come se da IMC dipendessero le sorti del mondo

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Spesso mi sento rimproverare la pretesa di avere in tasca la verità, la parola risolutiva per qualsiasi problema, di assumere quindi atteggiamenti di superiorità spesso fastidiosi. Siccome sono in molti a muovermi questo rimprovero, ci deve essere qualcosa in me che lo giustifichi. Ricordo infatti, una ventina di anni fa, la mia insistenza nel proporre e difendere IMC come se da essa dipendessero le sorti del mondo. La cosa buffa è che lo credo ancora, ma non vedo come da questo potrei ricavare una qualche superiorità. IMC esclude ogni affermazione di verità, quindi anche di essere ‘vera’ essa stessa, ma non contesta a nessuno il diritto di non aderire all’ipotesi e di avere una sua verità. Non credo di conseguenza che sia IMC all’origine di questi rimproveri. Deve perciò trattarsi del mio al servirmi dell’ipotesi. La mia iniziale insistenza era dovuta probabilmente al fatto che anch’io, come chiunque ho dovuto cominciare a capirla –e questo è accaduto un po’ alla volta durante gli anni Novanta– fino a costatare l’inutilità della sua enunciazione e tanto più della sua difesa, se non nascerà autonomamente in ogni cervello.

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