giovedì 30 giugno 2011

Me fortunato


[128] Uno degli aspetti più fascinosi o, come si dice oggi, più 'intriganti' del bird watching è il fatto che certi uccelli, essendo migratori anche a grande distanza, te li ritrovi per esempio vicino casa, poi magari nel nord Europa. E non mi riferisco tanto ai comuni migratori, tipo rondini e rondoni, ma alle pavoncelle, ai nibbi bruni o agli svassi, che pur non essendo delle rarità, non sono in genere osservati dai profani. Ricordo in particolare questi ultimi, gli svassi (Podiceps cristatus), che mi erano noti per averli visti impegnati nei loro rituali nuziali sui piccoli laghi dello Schleswig-Holstein, poi a distanza di molti anni e kilometri, nonché in tutt’altro ambiente, sulla costa marina della costiera amalfitana. Non ho potuto fare a meno di riflettere –come il Leopardi del Passero solitario– a quanto somigliasse il suo costume al mio, italiano nostalgico delle brughiere nordiche quando mi trovavo in Italia, sognatore di paesaggi meridionali quando incontravo i miei svassi a Plön. Ma, me fortunato, non mi sentivo spinto a piangerci su, come spesso il grande poeta, ma ringraziare l’amabile uccello per aver riannodato qualche filo pendente della mia vita.

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