martedì 7 giugno 2011

Allsympathie


[110] Ogni mattina, se il tempo lo permette –ma quest'anno è piuttosto restio-, mentre faccio colazione sul terrazzino del soggiorno, osservo una coppia di lucertole sul tronco screpolato della vecchia robinia di fronte alla casa. Ma perché dico ‘coppia’ e non semplicemente ‘due lucertole’? Che indizi ho che formino una coppia?
Piccolette tutte e due, l’una è però meno piccola dell’altra. Che sia il maschio?
Per ora sembrano ignorarsi, anche perché tra le due ci corrono almeno un paio di metri di superficie irregolare da cui spuntano qua e là dei ramoscelli che certamente impediscono la vista alle lucertole. Inoltre queste si muovono con circospezione ma senza una direzione precisa, ogni tanto ritornando sui propri passi senza apparente ragione, ora restando immobili per qualche minuto. Ecco che si avvicinano… ma no… l’una si allontana e l’altra non sembra interessarsene. Poi, d’improvviso, uno scatto: quella più grande –il maschio?– si getta sulla più piccola, la scavalca e prosegue la sua corsa dietro di lei, come se neppure si fosse accorto di averle camminato sopra; e neanche l’altra di esser stata brutalmente calpestata. Il gioco –se di gioco si tratta– prosegue per una mezza oretta. Sto per alzarmi e andar via, quando mi accorgo che l’una ha azzannato l’altra alla base della coda e la sta strattonando come per staccargliela. Un brivido percorre il corpo della malcapitata – e se fosse un brivido di piacere? La coda resiste, l’assalitrice abbandona la presa. “Ora è il momento di mettersi in salvo in una crepa della corteccia” pensa, ma l’azzannata la pensa diversamente e non si muove. Un secondo assalto è diretto un poco più in alto, circa a metà corpo. Il brivido si ripete, ma molto più intenso. Le zampe si staccano dal supporto e le due lucertole cadono nell’erba sottostante, dove un fulmineo inseguimento le fa sparire ai miei occhi.
I sauri sono certo filogeneticamente assai lontani da noi. Le pratiche sessuali ce li avvicinano però notevolmente. Per un attimo ho immaginato la voluttà di azzannare il partner alla base della coda.
- - - - -
Ha senso paragonare le sensazioni di una lucertola alle nostre? Delle sue non sappiamo nulla, mentre le nostre le conosciamo di prima persona.
Ma è proprio vero che delle sue non conosciamo nulla? Noi e le lucertole non ci parliamo da molti milioni di anni, eppure il brivido della lucertola azzannata come anche l’impeto dell’azzannatrice mi è sembrato di capirli molto bene, meglio che se ce li avvessero descritte. Forse non è la parola lo strumento principe della comunicazione, forse è la ‘simpatia universale’
Allsympathie.

Nessun commento: