domenica 12 giugno 2011

Feldenkrais e IMC


[115] Non ricordo se in questi postini ho già parlato del metodo Feldenkrais, nel quale mi sto esercitando sotto la guida di Valentina. Penso, pensiamo che potrebbe essere interessante, utile forse tentare una ‘modulazione culturale’ tra il Feldenkrais e IMC. Di primo acchito non se ne vede l’affinità, il primo sostanzialmente un modello di fisioterapia, l’altra un’ipotesi cognitiva, tutt’al più un atteggiamento mentale. Durante il lavoro tuttavia questa affinità è apparsa con crescente evidenza, al punto che vorrei proporre al Centro Metaculturale lo studio di un’integrazione tra le due attività, anche a fini formativi.

IMC si occupa della mente, il Feldenkrais del corpo, ma attraverso la consapevolezza mentale indotta dal corpo. È come se anche il corpo pensasse, come se mente e corpo fossero una cosa sola, cosa che di fatto è, se consideriamo la corporeità del cervello, diversa da quella dello stomaco solo per la funzione esercitata ai fini della sopravvivenza.

Ecco alcune affinità riscontrate durante la pratica:
• la scomposizione analitica del movimento (del pensiero),
• la sua successiva ricomposizione (sintesi),
• la ricerca di un livello di scomposizione ‘elementare’,
• la relatività del concetto di ‘elementare’,
• il minimo dispendio di energia a parità di risultato,
• la razionalizzazione del movimento,
• la conquista propriocettiva di questa razionalizzazione,
• la reversibilità dell’abitudine,
• la ricerca delle alternative,
• l’apprendimento attraverso la sperimentazione,
• l’autonomia della scelta,
• l’apertura al diverso,
• la disponibilità alla relativizzazione del sapere,
• la ricerca dell’equilibrio,
• la valorizzazione degli squilibri,
• la critica al concetto di autorità,
• la responsabilizzazione dell’individuo,
• la relativizzazione della sua cultura.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mio caro Boris,
quando, circa una quindicina di giorni fa, ho letto questo postino, sono rimasto veramente colpito e mi sono riproposto di scriverti qualcosa che rendesse conto della profondità delle riflessioni che il tuo breve scritto mi ha suscitato. Alla fine , troppo preoccupato dal dover elaborare un testo assai complesso, non ho scritto nulla! Chi mi viene in aiuto per ‘smontare’ queste preoccupazioni narcisistiche è Paola Bucan( che ben conosci). Proprio oggi l’ho sentita telefonicamente non solo per informarmi sulle tue attuali condizioni di salute (come faccio spesso) ma anche per comunicarle il mio apprezzamento per questo postino. Bene, allora sarò molto sintetico, anche se le tue riflessioni meritano di essere approfondite. Sappi che questo postino è stato al centro di almeno un’ora di riflessioni con un gruppo di studenti di un corso di Musicoterapia( nel quale anche il Centro Metaculturale è coinvolto). Mi è dispiaciuto non averlo potuto utilizzare anche con i miei studenti di Conservatorio con i quali ho svolto delle attività che avrebbero permesso loro di comprendere il contenuto di questo postino essendo in grado di cogliere le analogie tra IMC e tutto ciò che è trasferibile sul piano della concretezza corporea. Mi farà molto piacere poterne discutere a voce con te( e spero anche con gli altri componenti del Centro, del quale faccio anche parte) perché le tue riflessioni colgono nell’essenza il progetto di ricerca che mi vede impegnato da un po’ di anni a questa parte e che , pur nella sua forma essenziale, ho tentato di testimoniare già nel modesto contributo che diedi in occasione del libro L’utopia possibile …
Intanto un grazie per la tua presenza e per queste tue riflessioni.
Ci vedremo in settimana a Cantalupo
Un abbraccio grande
Emanuele

viagra online ha detto...

corpo fossero una cosa sola, cosa che di fatto è, se consideriamo la corporeità del cervello, diversa da quella dello stomaco solo per la funzione esercitata ai fini della sopravvivenza.