mercoledì 22 giugno 2011

Un punto nel tempo e nello spazio


[123] Molti indizi ci riportano al passato.
È inusuale parlare di indizi riferendoci a un passato ben conosciuto perché noi stessi l'abbiamo vissuto.
Ma che cosa abbiamo vissuto? Quale passato? Il nostro. Ma il nostro esaurisce tutti i passati? E, se non è così, chi ci garantisce che il nostro assomigli, seppure alla lontana, con un qualsiasi altro. Alcune azioni le compiamo tutti quotidianamente, ma non è a questo che ci riferiamo quando parliamo di un tempo per noi significativo, sia esso passato, presente o futuro. Anzi, il tempo è per noi nient’altro che un indicatore, e ciò che indica e per noi conta, è un evento, un fatto, un’esperienza che fa di un punto nel tempo –e nello spazio– appunto un indicatore. Tutti i punti dello spazio-tempo sono potenzialmente degli indicatori, ma ciò non li distinguerebbe gli uni dagli altri se non fosse per l’evento di cui li abbiamo detto indicatori. La loro intrinseca natura temporale resta per noi insignificante finché non interviene la funzione indicatrice che dall’evento, non dal tempo riceve il suo significato. Di più, è l’evento che investe del suo significato anche il tempo. Senza il riempimento dell’evento il tempo non sarebbe. Perché parlarne allora come se fosse lui a dare presenzialità alle cose?

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