giovedì 16 giugno 2011

Un oggetto non localizzabile?


[119] Anche i Greci erano molto diffidenti del concetto di infinito, che viceversa è stato accolto con disinvoltura dalla cultura cristiana e da molte altre senza badare alla svalutazione, anzi nullificazione che ne deriva per molti altri concetti essenziali della nostra esistenza.
Anzitutto la localizzabilità nel tempo e nello spazio. Un luogo fluttuante in un tempo-spazio infinito è per definizione un non luogo (u-topia); e non ha senso parlarne. Ma un oggetto non localizzabile –per principio e non per insufficienza tecnica– non ha senso affermare che esista, sempre che alle parole e ai concetti che vi si collegano vogliamo attribuire un senso (cioè ci servano per comunicare).
L’esistenza non potrebbe però essere immateriale, non dotata di altra realtà che mentale? Così i numeri, compresi gli infiniti non sarebbero localizzabili (come invece voleva Platone), ma solo pensabili… Tutto bene, se concordiamo che il pensiero o non ha una sua realtà o ne ha una molto diversa da una sedia. Abbiamo allora più di un tipo –forse infiniti– di realtà
È ingeneroso comunque pretendere da uno di questi postini delle risposte a questo genere di quesiti. Chiedete ad altri, meglio se a voi stessi…

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