[Dialogante 1] Non si parla più di Creazionismo. L’idea, veramente insensata, di un vecchio barbuto
che avrebbe creato il mondo, compresi il cielo, il sole, le stelle e tutti gli
esseri viventi, sembra essere definitivamente tramontata…
[Dialogante 2] … sostituita peraltro, da quella meno
assurda, di una grande esplosione (big
bang), avvenuta nel nulla, dal nulla, fuori dal tempo e dallo spazio.
[Dialogante 1] Anzi, questo big bang avrebbe ‘creato’ – e siamo di nuovo alla creazione e siamo ancora senza vecchio
barbuto – una sorta di materia primordiale non ancora differenziata…
[Dialogante 2] … da cui per successive differenziazioni si
sarebbe prodotta ogni cosa, morta o viva che fosse.
[Dialogante 1] E per quest’ultima categoria, delle cose vive
o della ‘vita’ tout court – avrebbe
provveduto, a detta di un altro barbuto, la ‘duplicazione con errori casuali’,
associata alla ‘selezione del più adatto’, cioè la selezione darwiniana.
[Dialogante 2] Mi sembra più credibile della storia del
vecchio.
[Dialogante 1] Senz’altro; una volta avviato, il meccanismo
può funzionare anche da solo, ma il primo avvio chi glielo ha dato?
[Dialogante 2] Ma è strano che me lo chieda tu, abituato
come sei a riconoscere la culturalità di ogni nostra espressione. Qui la tua – troppo
ingenua – domanda presuppone il principio
(culturale) di causa: se c’è un meccanismo, qualcosa deve averlo avviato. È la
stessa – indebita – applicazione di quel principio che troviamo nei
creazionisti.
[Dialogante 1] Perché dici ‘indebita’? Per il nostro
cervello è più che lecita. E il cervello della specie umana è probabilmente il
più potente strumento analitico-conoscitivo che l’evoluzione darwiniana abbia
prodotto.
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