[Dialogante 2] È il
classico problema del giusto mezzo.
Quando è che il mezzo è giusto’ e quando è ‘banale’.
[Dialogante 1] Sarebbe già
qualcosa se riuscissimo a sgomberare il terreno del concetto di ‘banale’. Il ‘banale’
sarebbe ciò su cui sono tutti d’accordo. Non vedo che ci sia di banale in
questo.
[Dialogante 2] Mi sembra
addirittura il più sensato dei punti di partenza.
[Dialogante 1] Ed è per
questo che anche noi del Centro
Metaculturale abbiamo cominciato la nostra avventura metaculturale dalla
presenza/assenza di un suono.
[Dialogante 2] Dicotomia
effettivamente banale (si/no), da cui peraltro si è sviluppata tutta la logica
formale da Aristotele ai giorni nostri…
[Dialogante 1] … e dalla
critica alla quale si sono sviluppate altre logiche e potrebbe svilupparsi
anche una logica metaculturale.
[Dialogante 2] Se non altro
per questa ricca filiazione la ‘banalità’ merita tutto il nostro rispetto.
[Dialogante 1] Analogo
discorso si può fare per la mediocrità: normalmente disprezzata, per Orazio è aurea.
[Dialogante 2] In medio stat virtus si diceva ai suoi
tempi, eppure – a parte la sua personale mediocritas
– non riesco a provare simpatia per questo tipo di virtus, che riduce al minimo i rischi.
[Dialogante 1] Non siamo
certo – penso di poter parlare anche per te – amanti del rischio, ma il fatto
di escluderlo in partenza in nome di un ipotetico ‘giusto mezzo’ mi sembra una
precauzione troppo limitativa dell’iniziativa individuale.
[Dialogante 2] In senso
oraziano siamo tutti – o dovremmo essere – ‘mediocri’. La situazione in cui ci
troviamo – e a cui ci ha condotto il rischio
della competizione – richiede probabilmente il rischio contrario.
[Dialogante 1] E a che
rischio pensi?
[Dialogante 2] Al rischio
della mediocrità.
[Dialogante 1] Anche questa
un rischio?
[Dialogante 2] Un rischio
che, come tutti, si supera solo accettandolo.
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