martedì 6 gennaio 2015

Tratta XXVII.6 – … il classico problema del giusto mezzo




[Dialogante 2]  È il classico problema del giusto mezzo. Quando è che il mezzo è giusto’ e quando è ‘banale’.
[Dialogante 1]  Sarebbe già qualcosa se riuscissimo a sgomberare il terreno del concetto di ‘banale’. Il ‘banale’ sarebbe ciò su cui sono tutti d’accordo. Non vedo che ci sia di banale in questo.
[Dialogante 2]  Mi sembra addirittura il più sensato dei punti di partenza.
[Dialogante 1]  Ed è per questo che anche noi del Centro Metaculturale abbiamo cominciato la nostra avventura metaculturale dalla presenza/assenza di un suono.
[Dialogante 2]  Dicotomia effettivamente banale (si/no), da cui peraltro si è sviluppata tutta la logica formale da Aristotele ai giorni nostri…
[Dialogante 1]  … e dalla critica alla quale si sono sviluppate altre logiche e potrebbe svilupparsi anche una logica metaculturale.
[Dialogante 2]  Se non altro per questa ricca filiazione la ‘banalità’ merita tutto il nostro rispetto.
[Dialogante 1]  Analogo discorso si può fare per la mediocrità: normalmente disprezzata, per Orazio è aurea.
[Dialogante 2]  In medio stat virtus si diceva ai suoi tempi, eppure – a parte la sua personale mediocritas – non riesco a provare simpatia per questo tipo di virtus, che riduce al minimo i rischi.
[Dialogante 1]  Non siamo certo – penso di poter parlare anche per te – amanti del rischio, ma il fatto di escluderlo in partenza in nome di un ipotetico ‘giusto mezzo’ mi sembra una precauzione troppo limitativa dell’iniziativa individuale.
[Dialogante 2]  In senso oraziano siamo tutti – o dovremmo essere – ‘mediocri’. La situazione in cui ci troviamo – e a cui ci ha condotto il rischio della competizione – richiede probabilmente il rischio contrario.
[Dialogante 1]  E a che rischio pensi?
[Dialogante 2]  Al rischio della mediocrità.
[Dialogante 1]  Anche questa un rischio?
[Dialogante 2]  Un rischio che, come tutti, si supera solo accettandolo.

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