Da contropiano.
[Dialogante 2] A partire
dai Postini,
quindi in queste Tratte, abbiamo mostrati di preferire alle trattazioni unitarie
e coerenti, monotematiche, la visitazione disgiunta e occasionale di problemi
che meriterebbero indubbiamente maggiore attenzione complessiva e di dettaglio.
A che si deve questa scelta?
[Dialogante 1] Anzitutto ho
osservato che la scelta dell’ ‘incoerente’ anziché del ‘coerente’ corrisponde
al normale movimento del pensiero, che solo a comando si rapprende in strutture
solide e coerenti.
[Dialogante 2] Dici: “solo
a comando”, ma a comando di chi?
[Dialogante 1] Della
cultura dominante, che pretende questa qualità – di solidità, coerenza – a
garanzia delle stesse qualità nella vita associata e nella quotidianità.
[Dialogante 2] E a che
servono solidità, coerenza e simili nella vita associata?
[Dialogante 1] A renderla
più sicura e controllabile.
[Dialogante 2] Ecco il
punto! Più controllabile, certo, ma da chi?
[Dialogante 1] Dal ‘potere’,
ovviamente!
[Dialogante 2] Nell’interesse
di chi?
[Dialogante 1] Anzitutto,
direi, della comunità che altrimenti rischia la disgregazione.
[Dialogante 2] E poi del
potere stesso, che attraverso il controllo si trasforma in ‘dominio’.
[Dialogante 1] Un esempio
assai probante ce lo hanno dato le società a regime comunista, nelle quali
questa trasformazione – dal controllo al dominio – è un fatto realizzato sotto
gli occhi di tutti.
[Dialogante 2] Come sotto
gli occhi di tutti sta avvenendo il crollo di ogni forma di dominio, quale che
sia la sua origine.
[Dialogante 1] Cosa ne
deduci? Che l’assenza di dominio conduca direttamente, anzi sia già assenza di controllo…
[Dialogante 2] … vuoi dire anarchia?
Nessun commento:
Posta un commento