giovedì 8 dicembre 2011

… vince di solito…

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Ho ripreso nel postino precedente una metafora già utilizzata in una storiella per bambini scritta nel 1984. Posso anche dire che ho incontrato due volte lo stesso pensiero e allora non è molto importante che il pensiero sia mio o di un altro. Ciò che conta è il rafforzamento del pensiero attraverso la ridondanza in contesti diversi. Se il contesto fosse lo stesso o molto simile, avremmo la semplice ripetizione di una sequenza stimolo–risposta che aggiungerebbe poco o niente alla sua prima comparsa.

Vale la pena comunque osservare la molto maggiore incisività dell’originale, in cui si riscontra qualcosa come il piacere di una scoperta, di un’invenzione. Probabilmente un’invenzione analoga si è avuta più volte nel mondo, senza però che io lo sappia. Non conta ciò che accade ma il sapere che accade. Non il fatto, ma l’informatio del fatto. Su questo equivoco si fondano molti scambi comunicazionali del nostro UCL. In alcuni casi siamo coscienti dell’equivoco perché lo vediamo far parte di una finzione concordata (cinema, teatro, letteratura narrativa); altre volte lo subiamo, più o meno consenzienti, come, quasi di norma, nel gioco politico e allora vince di solito chi gioca più sporco.

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