martedì 27 dicembre 2011

Un ben strano affare

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È un ben strano affare, la memoria. Spesso ci sembra di averla perduto, ed ecco rispuntarla dalle nebbie di un passato che credevamo definitivamente cancellato. O, viceversa, ci tradisce su cose quotidianamente ripetute. Il ben noto fenomeno della ‘rimozione’ ci avverte che esistono parti del cervello dove determinate esperienze, che vorremmo aver dimenticato, sono rimaste impresse, pronte a ripresentarsi alla memoria quando meno ce l’aspettiamo.

La memoria gode quindi di una certa autonomia all’interno della nostra mente e spesso non ci è amica, sia rifiutandosi quando più ci servirebbe, sia ossessionandoci quando ne faremmo volentieri a meno. In vecchiaia ci regala una seconda vita, o meglio una replica, anche se un po’ sfocata, di quella già vissuta. E qui è in nostro potere respingere gli episodi spiacevoli ovvero spuntare le spine della spiacevolezza, mentre nulla ci impedisce di richiamare immagini e sensazioni gradite quante volte vogliamo, facendo della vita ricordata una copia abbellita dell’originale. Non so se il merito vada riconosciuto alla memoria o alla vecchiaia o alle due congiuntamente, nel qual caso anche il nostro ‘grazie’ va in egual misura all’una e all’altra.

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