giovedì 4 agosto 2011

Memoria dell'Acqua acetosa II (Sergio Cafaro, 197...)

[158] Sono tornato tempo fa nei pressi del Forte Antenne al fontanile dell'Acqua acetosa, un tempo un posto così bello della periferia romana...

Si può però dire che, a parte il vecchio trenino della Roma Nord e il bosco del Monte Antenne, non c’è più niente. La grossa strada Olimpica, che corre dove un tempo c’era un verde terrapieno e molti anni addietro passava una ferrovia, ora è inghiottita da un traffico intenso e rumoroso. Scavalcando barattoli e pezzi di lamiere e plastiche, ho raggiunto un vecchio pino, lo stesso delle primissime passeggiate, rimasto la come una volta e ora mezzo marcio. La vecchia corteccia veniva via a grosse liste. C’erano sotto intere popolazioni di coccinelle svernanti, tutte raggruppate in folti stuoli, come tante pecore rannicchiate una addosso all’altra; qua e là si muoveva pigramente qualche piccolo tenebrionide e qualche piccolo miriapode rossiccio. Ho o un po’ provato l’emozione dei primi tempi e ho guardato con tenerezza tutto quel piccolo esercito di coleotteri riunitosi a svernare sotto la corteccia di quel vecchio pinastro, in quell’estremo lembo di periferia.

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