mercoledì 3 agosto 2011

Memoria dell'Acqua acetosa I (Sergio Cafaro, 197...)

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L'Acqua acetosa era un posto ancora bello, verde e appartato. Non c'era nei presi la via Olimpica, pesantemente trafficata. Si era nel dopoguerra. Solo il trenino della Roma Nord ogni tanto passava (come tuttora fa), sul rialzo, tra i prati…

Sostavamo a uno di quei i fontanili tipici del Lazio, mezzo allagati, dove si abbeverano i bovini, e vi pescavamo i coleotteri acquatici. Era un lembo incontaminato di periferia, alla soglia della città, pieno di una sua intensa poesia: le ultime case, pecore al pascolo, mucche, il trenino, qualche aeroplanetto…

Ricordo perfettamente ogni particolare della zona (oggi quasi completamente inghiottita dalla città avanzante), e tutte le specie interessanti catturate. Il Carabus alysidotus, nei luoghi più umidi e nelle piccole pozze fangose, il Carabus rossii, il Procrustes coriaceus, Labia fulvicollis e il Pterostichus macer sui muretti… e poi la rara Siagona depressa, sotto i sassi, il Chlaenius chrysocephalus, piccolo stupendo carabide dal corseletto dorato smagliante…

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