venerdì 5 agosto 2011

Commento a Memoria dell'Acqua Acetosa

[159]
È per me una memoria ricorsiva: memoria di memoria di memoria e così via. Già la seconda parte dello scritto di Sergio, che con qualche incertezza colloco alla fine del ’75, parla dell’Acqua Acetosa come di un sogno lontano, distante dal presente –da quel presente– una trentina di anni. Da quel presente alla morte di Sergio (nel 2005) sono passati altri trent’anni e da allora a oggi altri cinque. Nel frattempo sono certamente spariti i barattoli, le lamiere e plastiche che nel ’75 apparivano residui di un passato irrecuperabile e probabilmente non c’è più neppure il vecchio pino mezzo marcio e carico di ricordi. Già per Sergio l’Acqua Acetosa era un palinsesto di memorie. Ora a custodirlo sono rimasto io a ottantatré anni.

Sergio era un pianista, non un letterato e i suoi numerosi scritti, cari a noi che l’abbiamo conosciuto, forse non avranno neppure la fortuna –ma è poi una fortuna?– di essere pubblicati se questa fortuna dovesse sorridere ai miei postini, un minuscolo frammento della nostra Acqua Acetosa, ci sopravvivrà di qualche anno per poi sparire come barattoli, la miniera e plastiche, è come il vecchio pino marcescente.

Gli entomologi e i naturalisti in genere possono affidare alla carta le loro memorie, in qualche caso passando alla storia come Henri Fabré con le sue Memoires entomologiques, vero monumento alla vita dell’insetto, di ineccepibile serietà scientifica ma al tempo stesso di avvincente qualità stilistica. Molti lo hanno imitato, anche in tempi recenti, dando vita a un genere letterario combinante oggettività di osservazione e piacevolezza narrativa, oggi trionfante nei documentari cinematografici e televisivi. Mi sono lasciato tentare anch’io, qualche postino più addietro, da questo stile, provvisto di una sua retorica garbata e seducente, ma nel mio caso, esercitato senza particolare convinzione. L’acuta sensibilità di Sergio Cafaro sarebbe stata senz’altro in grado di soddisfare ambedue le esigenze di questo particolare impegno la sua è scelta professionale e di vita è stata un’altra e, visti i risultati, non c’è proprio nulla da rimpiangere.

Nessun commento: