venerdì 1 aprile 2011

Circuito autogenerativo

Masa Tacerii, La Tavola del Silenzio - Constantin Brancusi, 1937

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Tra i grandi problemi cui il cammino storico delle società umane ci mette oggi di fronte, c’è l’integrazione delle diversità culturali. In altri periodi il problema si risolveva violentemente con la guerra. Oggi, con la globalizzazione da un lato e la potenza distruttiva delle arme atomiche dall’altro la soluzione bellica, benché ancora largamente adottata e improponibile oltre un certo raggio. Le varie culture, pena l’estinzione della specie umana, dovranno quindi trovare altre modalità risolutive dei conflitti. E, prima che in politica, dovranno trovarle sul piano educativo. E qui balza in primo piano la responsabilità delle scuole, soprattutto nei suoi gradi inferiori, più immediatamente formativi.

Come CMC abbiamo elaborato negli anni un modello di interazione sociale che è risultato di qualche utilità pratica nella gestione della diversità: il circuito autogenerativo, di cui mi limito in questo postino a segnalare le caratteristiche essenziali, lasciando che il volenteroso lettore ci rifletta su in attesa di farlo poi collettivamente, appunto in circuito autogenerativo (c. aut.). Con questo termine intendiamo un sistema di ‘attanti culturali’ costituito intorno a un particolare problema o argomento alle seguenti condizioni:
1. Ogni attante è disposto ad assumere provvisoriamente il punto di vista di qualunque altro.
2. Ogni attante è disposto a relativizzare il proprio punto di vista riconducendolo all’UCL o agli UCL di appartenenza.
3. Eventuali dislivelli di competenza non comportano automaticamente una gerarchizzazione dei punti di vista.
4. Non vige la ricerca di una verità assoluta ma il confronto di verità relative associate a punti di vista (a UCL) dichiarati.
5. Vige un regime non competitivo ma sinergetico.
6. Si assume l’ipotesi che il rendimento di una ‘rete di cervelli’, caratterizzata da autogeneratività, sia superiore alla somma dei rendimenti individuali dei suoi componenti.
7. Anche individualmente si assume l’ipotesi che la proiezione di un tale ‘sistema a rete’ sul cervello singolo ne potenzi il rendimento.

A tra breve.

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