Masa Tacerii, La Tavola del Silenzio - Constantin Brancusi, 1937
Come CMC abbiamo elaborato negli anni un modello di interazione sociale che è risultato di qualche utilità pratica nella gestione della diversità: il circuito autogenerativo, di cui mi limito in questo postino a segnalare le caratteristiche essenziali, lasciando che il volenteroso lettore ci rifletta su in attesa di farlo poi collettivamente, appunto in circuito autogenerativo (c. aut.). Con questo termine intendiamo un sistema di ‘attanti culturali’ costituito intorno a un particolare problema o argomento alle seguenti condizioni:
1. Ogni attante è disposto ad assumere provvisoriamente il punto di vista di qualunque altro.
2. Ogni attante è disposto a relativizzare il proprio punto di vista riconducendolo all’UCL o agli UCL di appartenenza.
3. Eventuali dislivelli di competenza non comportano automaticamente una gerarchizzazione dei punti di vista.
4. Non vige la ricerca di una verità assoluta ma il confronto di verità relative associate a punti di vista (a UCL) dichiarati.
5. Vige un regime non competitivo ma sinergetico.
6. Si assume l’ipotesi che il rendimento di una ‘rete di cervelli’, caratterizzata da autogeneratività, sia superiore alla somma dei rendimenti individuali dei suoi componenti.
7. Anche individualmente si assume l’ipotesi che la proiezione di un tale ‘sistema a rete’ sul cervello singolo ne potenzi il rendimento.
A tra breve.
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