mercoledì 3 settembre 2014

Tratta XVIII.2 – Visione idillica, utopistica, estetizzante nella natura



[Dialogante 1]  Parlando di visione idillica, utopistica, estetizzante nella natura, cui contrapporre una visione concreta, realistica, economicista dei problemi che ci impone oggi il nostro stare al mondo, mostriamo di aver capito assai poco del complesso intreccio dei punti di vista, dei modi interattivi e interpretativi che ci legano –per ora almeno– indissolubilmente a questo pianeta.
[Dialogante 2]  Non credo del resto che siamo stati fatti –o selezionati– per consumare i pianeti che abitiamo. Nessun altro essere vivente, animale o pianta, lo fa, purché c’è sempre chi glielo impedisce. A noi, grazie alla nostra intelligenza, non l’impedisce nessuno…
[Dialogante 1]  … e, se la nostra intelligenza si fermerà a questo punto, tra non molto le parti consumabili del nostro pianeta –aria, acqua, terra– le avremo consumate tutte, o almeno le avremmo rese inadatte a essere consumate da noi.
[Dialogante 2]  Vuol dire, sosterrà qualcuno, che colonizzeremo un altro pianeta.
[Dialogante 1]  Quando i primi Homo sapiens colonizzarono il nuovo mondo (non parlo quindi degli europei di Cristoforo Colombo e neppure dei Vichinghi, ma delle popolazioni asiatiche o oceaniche che li hanno preceduti), trovarono una terra per molti versi simile a quella che stavano abbandonando: rocce, animali, piante riconoscibili come tali anche da chi non ne aveva una conoscenza diretta. Ma quelli di noi che sbarcassero su Marte o su un qualche pianeta di altri sistemi solari, che cosa riconoscerebbero, quanto tempo ci metterebbero ad assimilare le nuove realtà alle loro?
[Dialogante 2]  Ma soprattutto riuscirebbero a ricostituire nel breve tempo della loro vita il complesso intreccio dei punti di vista, dei modi interattivi e interpretativi che sono essenziali alla vita di noi uomini?
[Dialogante 1]  E, oltre, il poveretto che sbarcasse su di un’isola abitabile –ma come?– dell’universo, riuscirebbe a ricostituire nella sua mente quella visione idillica, utopistica, estetizzante della nuova natura, senza la quale la vita gli sarebbe una condanna insopportabile?

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