[Dialogante 1] Sicché
niente ponti interplanetari, snodi intergalattici, niente migrazioni verso
altri ormai più accoglienti mondi…
[Dialogante 2] … dopo che
abbiamo così mal ripagato l’accoglienza del nostro! Non credo però sia questo
il nostro problema. Prima di abbandonarci a fantasticherie infantili, pensiamo
a rabberciare il nostro rapporto col pianeta col quale ci toccherà bene o male
convivere ancora qualche anno.
[Dialogante 1] Sarebbe
opportuno che, oltre che con il pianeta, imparassimo a convivere decentemente
tra noi.
[Dialogante 2] Che cosa
intendi per decentemente’?
[Dialogante 1] Un modo
alquanto diverso dell’attuale, un modo che riequilibri le enormi disparità che
ancora ci dividono.
[Dialogante 2] Ideali
comunisti, paleocristiani!
[Dialogante 1] Perché no?
Qui tuttavia non è stiamo parlando di idee, ma di progetti concreti.
[Dialogante 2] L’ultimo dei
quali, come sappiamo, è fallito miseramente…
[Dialogante 1] … fallito
forse più nella realizzazione che nel progetto.
[Dialogante 2] Un progetto
che produce al contrario di quanto si propone non è evidentemente un buon
progetto…
[Dialogante 1] … tanto che
non mette conto parlarne ulteriormente.
[Dialogante 2] Occorre un
progetto radicalmente nuovo, che per esempio si basi su un diverso percorso
analitico.
[Dialogante 1] Quello di
cui constatiamo il fallimento in ambedue i rami in cui si è diviso –il
capitalismo e il comunismo– procedeva da un’analisi prevalentemente economica
della società, palesemente insufficiente, non si dice a risolvere, ma neppure a
impostare credibilmente il problema di una convivenza pacifica tra diversi.
[Dialogante 2] Secondo te
gli uomini sono diversi?
[Dialogante 1] Sono caduto
ancora una volta nella trappola che ci ha portato nella crisi in cui ci stiamo
dibattendo. La trappola del verbo essere’. Non siamo o non siamo una
certa cosa…
[Dialogante 2] … non almeno
finché non concordiamo da qualche punto di vista, entro quale UCL la
consideriamo.
[Dialogante 1] È l’abbici
del pensiero metaculturale, voglio dire di IMC.
[Dialogante 2] E tu sei
sempre convinto che, per risolvere durevolmente problemi, si debba sempre
partire da IMC?
[Dialogante 1] Certo, quel
“sempre” e quel “si debba” non depongono a favore di IMC. Diciamo allora
piuttosto che ne sono convinto, in attesa di una prova contraria.
[Dialogante 2] “In attesa”
che vuol dire, che questa prova la speri o la temi?
[Dialogante 1] Nessuna
delle due. Credo che IMC possa essere utile sul momento. Il futuro è in grembo
a Giove.
[Dialogante 2] Quindi
ripeto la domanda: secondo te gli uomini sono da considerare uguali o diversi?
[Dialogante 1] Stanti le
enormi disparità in cui li abbiamo costretti, ritengo che, almeno per qualche
tempo, sarebbe meglio considerarli uguali, se non altro nei diritti e dei
doveri statuiti dal contratto sociale.
[Dialogante 2] Quante
cautele, quante precauzioni in ciò che dici!
[Dialogante 1] Bisogna
andarci piano prima di affermare o negare qualcosa.
[Dialogante 2] Sì, ma
mentre andiamo piano, il tempo corre e la decisione non arriva.
[Dialogante 1] Non è il
tempo a correre. Se non siamo noi, sono altre che corrono. E forse domani li
supereremo.
[Dialogante 2] Eccoci
ancora nella trappola: non più dell’essere,
ma del tempo.
[Dialogante 1] Ambedue
congiurano oggi contro di noi, né noi siamo abbastanza abili da liberarci di
loro.
[Dialogante 2] Io un modo,
non per liberarci di loro, ma per addomesticarli, ce l’avrei…
[Dialogante 1] Lo so, è lo
stesso che ho io: la loro relativizzazione.
[Dialogante 2] Relativizzazione
al quadrato?
[Dialogante 1] No, alla n; [entrambi dialoganti a due] relativizzazione metaculturale.
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