[Nel quinto volume di queste Indagini,
e precisamente nel libro Parabole, una ve n’è, Quattro chiavi, che tratta, anch’essa in
forma metaforica, del medesimo argomento – ‘Libertà’. Questa tardiva ripresa,
certo niente più che una debole ridondanza, ha lo scopo di riproporre un tema
fortemente e da sempre ideologizzato per tutti gli usi (“Arbeit macht frei” –il lavoro rende liberi– campeggia sul cancello
del campo di concentramento di Auschwitz).]
[Dialogante
2] Perché ritornare su
questo tema che la storia ha consumato fino a renderlo la parodia di se stesso?
[Dialogante 1] Per molti,
moltissimi la parola ‘libertà’ conserva intatta la sua forma propulsiva e
dirompente.
[Dialogante 2] Forse
sarebbe bene che, senza toglierle nulla della sua valenza ideale, la
sottoponessimo, prima di ogni uso indiscriminato, alla lente deideologizzante
di IMC.
[Dialogante 1] Un atto di
prudenza, oggi forse indispensabile. Si pensi alle storture che il concetto di ‘libertà’
produce in campo economico…
[Dialogante 2] … dove alla
libertà di alcuni fa riscontro la schiavitù di altri…
[Dialogante 1] … alla
ricchezza estrema la povertà estrema.
[Dialogante 2] Credo che
prima della libertà venga la sopravvivenza. Chi infatti si gioverebbe della
libertà se non restasse vivo?
[Dialogante 1] Altrimenti
detto, la prima libertà da riconoscere quasi come un ‘diritto’ sia quella di
vivere.
[Dialogante 2] Ed è una
libertà ancora oggi negata a milioni di persone.
[Dialogante 1] Domandiamoci
ora perché la neghiamo.
[Dialogante 2] Per il
nostro welfare.
[Dialogante 1] È possibile
rinunciare al welfare senza
rinunciare alla libertà?
[Dialogante 2] Un problema
che dovremmo risolvere prima che sia troppo tardi.
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