giovedì 4 settembre 2014

Tratta XVIII.3 – Un errore evolutivo?



[Dialogante 2]  Lasciamo alla fantascienza –e neppure alla migliore– la colonizzazione di altri pianeti. È possibile, probabile che la vita sia giunta a noi da altri corpi celesti, ma il suo aspetto attuale è dovuto a milioni, miliardi di anni di evoluzione congiunta tra vita e ambiente. Non credo sia immaginabile un’evoluzione unilaterale.
[Dialogante 1]  Vuoi dire che ritieni impossibile o almeno estremamente improbabile la coesistenza di strutture biologiche evolutivamente disomogenee come potrebbe essere un nostro astronauta su un pianeta più giovane o più vecchio di qualche miliardo di anni. L’occasionale sbarco non lo escludo, ma un conto è un tè presso assieme, un altro la coabitazione a vita.
[Dialogante 2]  Non posso che essere d’accordo, ma che ne pensi del Coelacanthus[1] o del scorpione o del coccodrillo, considerati evolutivamente più primitivi?
[Dialogante 1]  Hai detto bene: “considerati”. Se, in quanto esseri viventi, hanno la stessa nostra origine e sono nostri contemporanei, vuol dire che hanno la nostra stessa età e che, se qualche loro struttura è rimasta inalterata per un tempo più o meno lungo mentre altre si sono alterate, vuol dire che l’evoluzione non procede di pari passo per tutte le parti del corpo.
[Dialogante 2]  Infatti nella nostra specie, o meglio nel ceppo evolutivo degli ominidi, è iniziata da qualche centinaio di migliaia di anni, una corsa del cervello che ci ha portato a un tale stato di squilibrio corpo-mente che difficilmente riusciremo a ricompensazione.
[Dialogante 1]  Un errore evolutivo della natura?
[Dialogante 2]  ‘Errore’ solo dal punto di vista nostro. Quante le specie sono scomparse stanno scomparendo senza che parliamo di ‘errore’! Noi non faremo certo eccezione.
[Dialogante 1]  Sarebbe forse un errore’ –non della natura, ma nostro– pretendere di sfruttare un altro pianeta, visto che il pianeta Terra è agli sgoccioli?
[Dialogante 2]  Non dire neppure questo. Se siamo capaci di errore è perché così ci ha reso l’evoluzione. La nostra sparizione potrebbe essere salutata con gioia dal resto della natura.



[1]             Ordine di pesce ossei, che comprende una serie di forme estinte e due sole specie attuali, i cosiddetti ‘fossili viventi’.

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