domenica 7 settembre 2014

Tratta XVIII.6 – Sfugge al giudizio…





[Dialogante 1]  Le parentesi che ogni tanto inseriamo nei nostri finti dialoghi sono sensate o no?
[Dialogante 2]  Forse non è il caso di assolutizzare in questo modo la domanda.
[Dialogante 1]  Quale modo?
[Dialogante 2]  La riduzione a un’alternativa semplice o-o. Alcune saranno sensate, altre no, altre ancora saranno sensate per alcuni, insensate per altri. Ci saranno infine delle parentesi che accetteremo o meno secondo i momenti.
[Dialogante 1]  In genere pretendiamo dagli altri la chiarezza –per chiarezza intendendo appunto un sì o un no– in noi stessi accontentandoci di un ‘forse, chissà’.
[Dialogante 2]  L’intero nostro sistema educativo privilegia le alternative semplici – nessuno direbbe che uno più uno fa probabilmente due o che Berlino è forse la capitale della Germania…
[Dialogante 1]  … mentre la realtà raramente risponde in modo univoco sì o no.
[Dialogante 2]  E perché la realtà è ambigua e noi vorremmo che non lo fosse?
[Dialogante 1]  Per dominarla più facilmente. Per ragioni di potere. L’ambiguità sfugge al giudizio e a noi interessa soprattutto giudicare. Assai meno comprendere.
[Dialogante 2]  Di regola diciamo che una cosa l’abbiamo compresa quando l’abbiamo giudicata…
[Dialogante 1]  … come se il giudizio implicasse la comprensione.
[Dialogante 2]  Una domanda cui è difficile rispondere, soprattutto in termini di alternativa semplice: “Il giudizio ha il suo fondamento nella cosa da giudicare, nella persona che giudica o nel sistema di giudizio di cui si serve?”
[Dialogante 1]  Vien fatto di rispondere: di tutt’e tre. Ma in quale percentuale?
[Dialogante 2]  Questa è assai variabile. E ognuno dei parametri che vi partecipano è a sua volta una variabile.
[Dialogante 1]  L’unica cosa chiara è allora l’impossibilità che sia chiaro il giudizio.
[Dialogante 2]  Direi piuttosto che il giudizio, o meglio la sentenza che lo esprime, può essere chiarissimo. Più difficile che sia giusto…
[Dialogante 1]  … con buona pace dei tribunali.

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