Spesso, a
difesa dell’accumulo di capitale si adduce il fatto che un capitale
investito produce sì altro reddito ma anche altro lavoro, e perfino un
guadagno dissipato in spese voluttuarie, fa comunque rientrare in un circolo
‘virtuoso’ il denaro impiegato. L’importante è che si guadagni e si spenda,
la società nel suo complesso non potrà che beneficiarne. Dedicherò altri
postini a mostrare, per quanto le mie conoscenze e capacità ragionatrici
potranno, la fallacia di questi argomenti. Per ora mi limito a sollecitare
chi legge o ascolta righe come queste a estendere la sua analisi aldilà dei
ristretti confini economici del discorso. Se la semplice circolazione del
denaro produce ricchezza, anche in quantità assai grandi, da qualche parte vi
deve essere un equivalente impoverimento. Nessuno più crede nella creazione
del nulla e neppure nella generazione spontanea. Perfino il buondio deve aver
preso da qualche parte la materia del suo universo. Il big-bang deve
essere stato preceduto da un inimmaginabile concentrazione di energia cui
abbiamo dato il nome di ‘vuoto’ e che abbiamo immaginato come negatività,
assenza di attualità, pura potenzialità.
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martedì 31 luglio 2012
Da qualche parte vi deve essere...
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