martedì 31 luglio 2012

Da qualche parte vi deve essere...

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Spesso, a difesa dell’accumulo di capitale si adduce il fatto che un capitale investito produce sì altro reddito ma anche altro lavoro, e perfino un guadagno dissipato in spese voluttuarie, fa comunque rientrare in un circolo ‘virtuoso’ il denaro impiegato. L’importante è che si guadagni e si spenda, la società nel suo complesso non potrà che beneficiarne. Dedicherò altri postini a mostrare, per quanto le mie conoscenze e capacità ragionatrici potranno, la fallacia di questi argomenti. Per ora mi limito a sollecitare chi legge o ascolta righe come queste a estendere la sua analisi aldilà dei ristretti confini economici del discorso. Se la semplice circolazione del denaro produce ricchezza, anche in quantità assai grandi, da qualche parte vi deve essere un equivalente impoverimento. Nessuno più crede nella creazione del nulla e neppure nella generazione spontanea. Perfino il buondio deve aver preso da qualche parte la materia del suo universo. Il big-bang deve essere stato preceduto da un inimmaginabile concentrazione di energia cui abbiamo dato il nome di ‘vuoto’ e che abbiamo immaginato come negatività, assenza di attualità, pura potenzialità.

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