venerdì 27 luglio 2012

Novanta postini politici

[411] 
Anch’io, come molti –ma ancora troppo pochi– attendo con ansia la fine dell’ ‘era Berlusconi’ che, anche se non più lunga di un batter di ciglia nella storia dell’uomo, per me individuo singolo come tanti altri, ha una durata non più sopportabile. E non è tanto la persona che intendo, quanto ciò che rappresenta per e nel nostro paese, addirittura oltre i suoi confini, per un modo di essere dell’uomo in quanto animale politico. Il disprezzo che la sua parola, i suoi comportamenti dimostrano per chiunque non abbia il suo standard economico credo dovrebbe riversarsi su lui stesso ma ciò non accade e uno si domanda angosciato come mai non accade. E la risposta è ancora più angosciante perché il servilismo di noi italiani giunge fino all’identificazione (sognata con il padrone?), peggio assai: perché negli uomini sembra essere diffuso questo bisogno di sottomettere il proprio pensiero, la propria individualità non tanto al migliore quanto a chi, pur essendo come gli altri e forse da meno, mostra di che cosa saremmo capaci al suo posto. E di che cosa è capace Berlusconi? Di farci sognare di essere lui, ma soprattutto di avere i suoi soldi.

Nessun commento: