A parte la straordinaria
bellezza della poesia, Schumann ne ha fatto anche l’indiscussa perla del Lied romantico. Per un convinto
schubertiano come me non è facile ammettere che Mondnacht tocca un vertice probabilmente insuperato non solo nel
suo genere, ma in tutta la tradizione musicale di Occidente.
Non è mia intenzione, comunque,
addentrarmi in questioni di priorità estetica, per cui non sono minimamente
preparato. Vorrei invece tentare di giustificare la presenza di questo
‘campione’ nella serie di postini del ‘come se’.
È chiaro che l’Es war als hätte der Himmel d’apertura
non è che una metafora letteraria che non impegna in alcun modo il piano
della realtà. E questo piano metaforico permane inalterato, anzi intensifica
ancora la sua visionarietà dell’ulteriore metafora delle ali dispiegate a
raggiungere la meta desiderata. Eichendorff si serve cui di un secondo
plurale di Land – Lande, non Länder, alquanto più indeterminato e ‘poetico’ dell’altro, messo
musicalmente in rilievo dalla mancata cadenza risolutiva (con l’accordo di
tonica trasformato in dominante del suo quarto grado, che tuttavia verrà
toccato appena di sfuggita in un’arcaizzante cadenza plagale). Tutto concorre
ad allontanare dal mondo della realtà la già evanescente immagine poetica.
Forse tutto questo non
appartiene al mondo dei ‘come se’; l’ho voluto tuttavia segnalare come
dimostrazione dell’inaudita potenza espressiva che l’unione di due linguaggi
–parola e musica– e capace di raggiungere.
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martedì 22 maggio 2012
Mondnacht
[389]
Chiavi di lettura:
Letteratura con intenzione,
Musica,
Postini del 'come se'
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