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“Alles Vergängliche
Sono gli ultimi versi del Faust, una delle più alte voci d’Occidente,
come lo era stata la Divina Commedia
citata nel postino precedente. Mentre però lì si trattava solo di un episodio
–per quanto tra i più celebrati del poema– qui abbiamo a che fare con un
passo particolarmente esposto del Faust,
e non solo perché ne costituisce la chiusa, ma anche perché ne enuncia in
forma estremamente concisa due dei temi fondamentali: il transeunte come
copia di un modello e l’eterno
femminino come polo d’attrazione dell’umano. Il primo, che qua ci riguarda in
particolare, era stato già enunciato con forza in apertura del secondo posto,
con la metafora del rifrangersi della luce nel brillio di una cascata:
“Am farbigen Abglanz haben wir das Leben”
Sembra che neppure l’agnostico
Goethe possa prescindere di un ancoraggio oltremondano, ancoraggio che si
esprime, al di là della fantasmagoria pseudocattolica di questo finale –come,
a suo tempo, al di là del pseudoluteranesimo di tutto il primo Faust– del ricorso al motivo del ‘prototipo’.
Una lontana anticipazione della nietzscheiana ewiger Wiederkehr des Gleichen?
Non è un motivo nuovo nella
tradizione d’Occidente, accennato già da Platone e ripreso poi con maggior
convinzione da Plotino e per suo tramite penetrato nel primo cristianesimo e
lì rimasto latente fino ai giorni nostri. Chiedo scusa ai cultori del
venerando mito per averlo riproposto nella modesta veste di un postino del ‘come
se’.
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domenica 27 maggio 2012
Alles Vergängliche
Chiavi di lettura:
Goethe,
Letteratura con intenzione,
Postini del 'come se'
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