martedì 8 marzo 2011

Un dialogo

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  • Nel tuo ultimo libro, la relazione d’aiuto ovvero la composizione simmetrica delle diseguaglianze, proponi di sostituire il modello sociale della ‘crescita infinita’, oggi vincente in tutto il mondo, con quello espresso dal titolo del libro. Pensi in tal modo di indurre i paesi ricchi ad aiutare quelli poveri senza una contropartita?
  • Non sono tanto ingenuo. So benissimo che ricchezza chiama ricchezza, una condanna cui è difficile sfuggire.
  • Ma perché la chiami ‘condanna’? Non mi dispiacerebbe una condanna del genere.
  • Ed è per questo che la chiamo ‘condanna’. Chi è condannato alla ricchezza vive temendo, per assurdo, di non vederla più crescere. Mentre chi vive in una rete di relazioni di aiuto non ha ragione di temere la crescita, né della rete, né della ricchezza. Questa infatti viene subito ridistribuita in quella, consentendone la simmetria.
  • Ma la simmetria senza lo stimolo dell’asimmetria non ci garantisce la sopravvivenza!
  • All’asimmetria lasciamo che ci pensi il caso!

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