giovedì 24 marzo 2011

Ma che cosa ho sognato?


Oggi, nel dormiveglia del primo mattino, ho rivissuto un piccolo episodio dei miei vent’anni. Era da poco terminata la guerra (sarà stato il 1947 o 48) e mi trovavo in viaggio verso le Dolomiti, le montagne predilette della mia infanzia. Il vagone su cui ero salito era stracolmo, cosicché stavo passando la notte in piede nel corridoio. Poco prima di Bologna, nello scompartimento vicino al posto dove mi trovavo, notai un certo scompiglio tra i passeggeri. Evidentemente alcuni si apprestavano a scendere. Vidi anche una ragazza, suppergiù della mia età, che mi faceva segno che si sarebbe liberato un posto vicino a lei. Accettai l’invito, anzi, visto che lo scompartimento si andava svuotando, occupai ben presto due posti, accogliendo anche il nuovo invito della ragazza a poggiare la testa sulle sue ginocchia.

Ero effettivamente molto stanco e quasi subito mi addormentai con una sensazione dolcissima, come quando, anni prima, mi addormentavo in grembo a mia madre, quasi rievocando inconsci sonni prenatali.

Mi risvegliai al momento di scendere. Ci salutammo, la ragazza ed io, e contemporaneamente ha avuto fine anche il mio dormiveglia mattutino. Solo che non è mattino ma primo pomeriggio, io sto seduto al mio tavolo da lavoro, davanti a me il quaderno su cui, evidentemente in sogno, ho scritto queste righe.

Ma che cosa ho sognato?

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